Capitolo 1
Il punto di vista di Lucky
Lo vedo fulminarmi con lo sguardo da un capo all’altro della stanza. I suoi penetranti occhi azzurri, incorniciati da lunghe ciglia scure, sembrano capaci di trapassarmi le ossa. E non riesco a credere che siamo qui, seduti a quella che dovrebbe essere la nostra festa di fidanzamento. Io, Lucky Gianluca, la più giovane della famiglia Gianluca, data in sposa a lui.
Nico Santangelo non è altro che un assassino, un uomo con più soldi di quanti se ne possano immaginare, tutti provenienti da guadagni illeciti. È a capo del Cartello Santangelo da quando, sei mesi fa, ha preso il posto di suo padre. E da allora, be’, da allora tutto, letteralmente tutto, è andato a rotoli.
«Ehi, stai squadrando il tuo fidanzato?» Mi volto e vedo la mia migliore amica, Mia, che mi sorride con i suoi occhi nocciola pieni d’affetto. Il suo caschetto scuro le arriva al mento e il kohl intorno agli occhi le dà l’aria di un’esotica donna orientale.
«Neanche per sogno. Lui?» scoppio a ridere. «Ma fammi il piacere, non significa niente per me.»
«Sì, ma non hai scelta. Da quando suo padre si è fatto da parte, per le strade è scoppiata una guerra tra le vostre famiglie e i russi. Lui vuole tutto. E sai bene che l’unico modo per ottenerlo è fare di te sua moglie.»
«E come credi che sarà la mia vita, da moglie di quell’orco? Non ha un briciolo di decenza in corpo. Solo qualche giorno fa, dei tizi in uno dei suoi locali sono stati uccisi a colpi di pistola perché nascondevano soldi e vendevano ragazze, intascandosi pure quei guadagni. Non è un brav’uomo, Mia. Io merito di meglio.» Sospiro e bevo un lungo sorso del mio champagne costosissimo.
Non si è badato a spese per questa pagliacciata, una presunta festa di fidanzamento. E la velocità allarmante con cui tutto è successo mi toglie letteralmente il fiato.
Nikolei, la mia guardia del corpo, l’unico uomo per cui abbia mai provato qualcosa fin dai tempi del liceo, mi ha detto che la vita di mio padre è in pericolo se non vado fino in fondo. A quanto pare, Nico Santangelo ha minacciato di farlo uccidere se non procedo con questo matrimonio combinato. Un’unione che renderà Nico più potente di qualsiasi altro boss mafioso, passato o presente. La cosa mi disgusta fino al midollo e temo per la vita di mio padre. Non è più un giovanotto, ormai ha superato i sessanta. Mia madre è rimasta incinta quando aveva già quarant’anni e mio padre quarantaquattro. Ed eccomi qui, a soli ventidue anni, costretta a sposare non solo un uomo che detesto, ma anche uno che ha dieci anni più di me.
Non che Nico sembri vecchio. Se cercassi di essere obiettiva, dovrei ammettere, come la maggior parte delle donne, che è un uomo che non passa inosservato, con i suoi capelli scuri e la sua alta statura. Deve essere sul metro e novanta, e quegli occhi, gli stessi che mi stanno bruciando la pelle, sono del colore dell’oceano.
Alzo il mento e volto il viso dall’altra parte. «Sì, forse ti meriti di meglio, Lucky di sicuro, ma tuo padre non si merita una pallottola in testa o una coltellata nel petto. Sai bene quanto Nico voglia diventare il Re di New York e che nessuno lo fermerà».
Mi viene da piangere. Come ha potuto capitarmi una cosa del genere? Per tutta la mia vita da adulta ho fantasticato di fuggire via da tutto questo con la mia guardia del corpo, Nikolei, quella montagna d’uomo tutto muscoli, con la barba abbastanza incolta da farmi venire voglia di accarezzargli il mento ancora e ancora. So che Nikolei prova lo stesso per me, lo so e basta.
«Tesoro, non credi di dover andare a passare un po’ di tempo con Nico invece di startene seduta qui da sola?» Mio padre mi posa una mano grande sulla spalla. Alzo lo sguardo verso il suo viso rassicurante e gli sorrido; i suoi occhi, ormai grigi, sono gentili. A vederlo, nessuno penserebbe che abbia a che fare con le famiglie mafiose, né tantomeno che sia a capo del suo stesso cartello. Ma non posso farci niente se questo è il suo mestiere; lui è il mio papà e gli voglio bene con tutto il cuore. È stato un buon padre, mi ha concesso la libertà di crescere frequentando una buona scuola con altri ragazzi normali. L’unica condizione era che avessi sempre con me una guardia del corpo.
«Certo, papà». Gli stringo la mano. L’ultima cosa che voglio fare in questo momento è andare da Nico. E perché dovrei? Perché dovrei essere io a fare la prima mossa? Da quando il nostro fidanzamento è stato annunciato, qualche settimana fa, non l’ho più visto, né gli sono stata vicino. Non mi ha mai mandata a chiamare. Neanche una volta. Quell’uomo è freddo come il ghiaccio, eppure l’ho visto sui social con donne diverse all’uscita dei suoi locali. Ogni volta una donna differente, vestita quasi di niente, ma sempre con lo stesso stile: lunghi capelli biondi, labbra rosse, tette grosse. A differenza mia, con i miei capelli quasi neri, che ho lasciato crescere così lunghi da arrivarmi fino alla base della schiena. Le mie tette non sono finte, sono tutte naturali. Ho ereditato il mio bel fisico dalla mia cara mamma e dalle sue origini spagnole.
«Brava bambina. Ne abbiamo bisogno, lo sai, uccellino mio». I suoi occhi ora sembrano tristi, e so perché. Deve rassegnarsi al fatto che la sua figlia più piccola si sposi per un accordo e non per amore. Non era questo che voleva per me e, se il padre di Nico fosse ancora vivo, niente di tutto questo starebbe accadendo.
Che Nico Santangelo andasse al diavolo e ritorno.
«Andrà tutto bene, vero, mentre vado a compiere il mio dovere?» So di avere un tono rassegnato, è così che mi sento. Ho il cuore a pezzi. Mio padre è il migliore del mondo e non posso mettere a rischio il suo futuro. Per nessuna ragione al mondo. Ormai sono vincolata dal dovere in questo fottuto mondo di mafiosi. Un giorno, però, un giorno mi assicurerò di essere libera e che Nico non veda più la luce del sole. E allora, sì, allora potrò fuggire e sposare l’unico uomo che amo.
