James Smith

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30 Stories of James Smith

Solo amor, no deseo

Solo amor, no deseo

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El principio entre la médica de vuelo Yvette Orlando y el capitán Albert Valdemar fue un error. Albert simplemente disfrutó de la intimidad física con Yvette, mientras ella se engañaba a sí misma buscando su amor. Su matrimonio, provocado por el embarazo de Yvette, resultó ser un comienzo equivocado. Yvette lo perdió todo en esta unión y, cuando se fue, ni siquiera recibió una despedida decente de parte de Albert.

Albert siempre supuso que Yvette, siendo obediente y comprensiva, nunca lo abandonaría en esta vida. No fue hasta que Yvette partió de verdad, desapareciendo tan por completo que Albert no pudo encontrarla a pesar de todos sus esfuerzos, cuando finalmente comprendió el sentimiento de arrepentimiento.

Muchos años después, sus caminos volvieron a cruzarse. Yvette estaba bromeando alegremente y coqueteando con otros.
Alguien le preguntó a Yvette: «¿Por qué terminó tu primer matrimonio?»
Yvette respondió: «Por viudez».
Incapaz de contenerse por más tiempo, Albert dio un paso adelante y acorraló a Yvette contra la pared: «Yvette, ¿de verdad creías que estaba muerta?»
Lo suficientemente rico como para rivalizar con un país

Lo suficientemente rico como para rivalizar con un país

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Me casé con una bella esposa y otros hombres están celosos de mí. Me hacen pasar un mal rato, me llaman perdedor y dicen que no la merezco. Incluso mi esposa me desprecia.

Pero lo que no saben es que poseo una fortuna de un billón de dólares, ¡una riqueza que podría rivalizar con las naciones! No solo eso, sino que también tengo habilidades médicas que pueden resucitar a los muertos, ¡capaces de salvar la vida de cualquiera!
Marido superhéroe

Marido superhéroe

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James era originalmente un yerno despreciado e inútil, despreciado por todos. Un día, de repente se transformó en un superhéroe y obtuvo el poder de controlar la vida y la muerte...
Gelo Globale: Ho Costruito un Rifugio Sicuro per l'Apocalisse

Gelo Globale: Ho Costruito un Rifugio Sicuro per l'Apocalisse

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Il Grande Gelo: Ho Costruito un Rifugio Anti-Apocalisse

Era una fredda mattina di gennaio, il sole non si era ancora alzato e il vento gelido soffiava attraverso le strade deserte di Milano. Marco si strinse nel suo cappotto pesante, cercando di proteggersi dal freddo pungente. Aveva lavorato per mesi su questo progetto, e finalmente era arrivato il giorno dell'inaugurazione del suo rifugio anti-apocalisse.

"Non posso credere che ce l'abbiamo fatta," disse Marco, rivolgendosi a sua sorella, Giulia, che camminava accanto a lui. "Tutti quei sacrifici, tutte quelle notti insonni... ne è valsa la pena."

Giulia annuì, il viso nascosto dietro una sciarpa di lana. "Sì, ma ora dobbiamo assicurarci che tutto funzioni come previsto. Non possiamo permetterci errori."

Arrivarono davanti a un grande edificio grigio, apparentemente anonimo. Marco inserì un codice segreto nel pannello di controllo nascosto e una porta si aprì con un sibilo. Entrarono rapidamente, chiudendo la porta dietro di loro per tenere fuori il freddo.

All'interno, il rifugio era sorprendentemente accogliente. Le pareti erano rivestite di legno chiaro, e un fuoco scoppiettante ardeva nel camino. Marco e Giulia si tolsero i cappotti e si avvicinarono al fuoco per riscaldarsi.

"Abbiamo abbastanza provviste per mesi," disse Marco, indicando le scaffalature piene di cibo in scatola, acqua e altri beni di prima necessità. "E il sistema di filtraggio dell'aria è all'avanguardia. Non importa quanto peggiori la situazione là fuori, qui dentro saremo al sicuro."

Giulia si sedette su una poltrona vicino al camino e sospirò. "Speriamo solo che non dobbiamo mai usarlo davvero."

Marco si sedette accanto a lei, guardando le fiamme danzare nel camino. "Sì, speriamo. Ma è meglio essere preparati. Non possiamo prevedere cosa ci riserva il futuro."

Il silenzio calò su di loro mentre riflettevano sulle loro parole. Fuori, il vento continuava a ululare, ma dentro il rifugio, si sentivano finalmente al sicuro.
Marito Supereroe

Marito Supereroe

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James era originariamente un genero disprezzato e inutile, deriso da tutti. Un giorno, si trasformò improvvisamente in un supereroe, acquisendo il potere di controllare la vita e la morte...
Ricco Abbastanza da Rivaleggiare con un Paese

Ricco Abbastanza da Rivaleggiare con un Paese

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Ho sposato una moglie bellissima, e gli altri uomini sono gelosi di me. Mi danno del filo da torcere, mi chiamano perdente e dicono che non la merito. Anche mia moglie mi guarda dall'alto in basso.

Ma quello che non sanno è che possiedo una fortuna da trilioni di dollari, una ricchezza che potrebbe rivaleggiare con quella delle nazioni! Non solo, ma ho anche competenze mediche che possono riportare in vita i morti, capaci di salvare la vita di chiunque!
Il Re della Prigione

Il Re della Prigione

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Il Re della Prigione

Nella fredda e umida cella, Giovanni si sedette sul suo giaciglio di paglia, riflettendo sulla sua vita. Le mura di pietra grigia sembravano stringersi intorno a lui, soffocando ogni speranza di libertà. Ma Giovanni non era un uomo comune; era il Re della Prigione.

"Giovanni, hai una visita," disse la guardia, aprendo la pesante porta di ferro. Una figura familiare entrò nella cella, il volto nascosto sotto un cappuccio.

"Francesco, vecchio amico," disse Giovanni, alzandosi con un sorriso. "Non pensavo che saresti venuto."

"Non potevo lasciarti qui senza fare nulla," rispose Francesco, togliendosi il cappuccio per rivelare un volto segnato dal tempo e dalle preoccupazioni. "Ho un piano per tirarti fuori di qui."

Giovanni lo guardò con interesse. "E cosa hai in mente?"

Francesco si avvicinò, abbassando la voce. "C'è un passaggio segreto dietro la biblioteca. Se riusciamo a raggiungerlo, potremo fuggire senza essere visti."

Giovanni annuì lentamente, il suo spirito rinvigorito dalla speranza. "Allora non c'è tempo da perdere. Quando agiamo?"

"Stanotte," rispose Francesco. "Prepara tutto ciò che ti serve. Sarà la nostra unica possibilità."

Mentre la guardia chiudeva di nuovo la porta, Giovanni sentì un'ondata di determinazione attraversarlo. Era tempo di reclamare la sua libertà e di dimostrare che anche il Re della Prigione poteva sfuggire alle sue catene.
Il Re del Mondo dei Giochi Virtuali

Il Re del Mondo dei Giochi Virtuali

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Il Re del Mondo dei Giochi Virtuali

Era una notte buia e tempestosa, e Marco si trovava ancora una volta immerso nel suo gioco preferito, "Regno Virtuale". Le luci del suo computer illuminavano debolmente la stanza, mentre i suoni del gioco riempivano l'aria. Marco era conosciuto nel mondo virtuale come "Il Re", un titolo che aveva guadagnato dopo innumerevoli battaglie e missioni completate con successo.

"Attento, Re!" gridò Luca, il suo fedele compagno di squadra, attraverso le cuffie. "Ci stanno attaccando da sinistra!"

Marco reagì immediatamente, muovendo il suo personaggio con agilità e precisione. "Non preoccuparti, li abbiamo in pugno," rispose con sicurezza. La sua voce era calma, ma i suoi occhi erano fissi sullo schermo, concentrati.

La battaglia infuriava, e Marco e Luca combattevano fianco a fianco, come avevano fatto tante volte prima. Ogni mossa era coordinata, ogni attacco calcolato. Alla fine, dopo un'intensa lotta, i nemici furono sconfitti.

"Ce l'abbiamo fatta!" esclamò Luca, sollevato. "Sei incredibile, Re."

Marco sorrise, ma il suo sguardo era già rivolto alla prossima sfida. "Non è ancora finita," disse. "Abbiamo ancora molto da fare."

La notte era ancora giovane, e il mondo virtuale era pieno di avventure che aspettavano solo di essere vissute. Marco sapeva che, finché avesse avuto i suoi amici al suo fianco, nulla sarebbe stato impossibile.
Nur Liebe, Kein Verlangen

Nur Liebe, Kein Verlangen

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Der Anfang zwischen Flugmedizinerin Yvette Orlando und Hauptmann Albert Valdemar war ein Fehler. Albert genoss lediglich die körperliche Nähe zu Yvette, während sie sich in der Illusion verlor, seine Liebe zu suchen. Ihre Ehe, die durch Yvettes Schwangerschaft zustande kam, erwies sich als ein fehlgeleiteter Start. Yvette verlor in dieser Verbindung alles, und als sie ging, erhielt sie nicht einmal einen anständigen Abschied von Albert.

Albert ging immer davon aus, dass Yvette, gehorsam und verständnisvoll wie sie war, ihn in diesem Leben niemals verlassen würde. Erst als Yvette wirklich verschwand und so gründlich, dass Albert sie trotz aller Bemühungen nicht finden konnte, begriff er endlich das Gefühl des Bedauerns.

Viele Jahre später kreuzten sich ihre Wege erneut. Yvette scherzte und flirtete unbeschwert mit anderen.
Jemand fragte Yvette: "Warum endete deine erste Ehe?"
Yvette antwortete: "Wegen Witwenschaft."
Albert konnte sich nicht länger beherrschen und trat vor, drängte Yvette gegen die Wand: "Yvette, hast du wirklich gedacht, ich sei tot?"
Globaler Frost: Ich baute ein apokalyptisches Schutzhaus

Globaler Frost: Ich baute ein apokalyptisches Schutzhaus

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Globale Eiszeit: Ich baute ein apokalyptisches Schutzhaus

Kapitel 1: Der Beginn des Endes

Es war ein kalter, grauer Morgen in Berlin. Die Nachrichten hatten seit Wochen nichts anderes als die bevorstehende globale Abkühlung berichtet. Die Menschen eilten durch die Straßen, eingehüllt in dicke Mäntel und Schals, während der Wind eisig durch die Stadt fegte.

Maximilian, ein Ingenieur Mitte dreißig, saß in seinem kleinen Apartment und starrte auf den Bildschirm seines Laptops. Die Schlagzeilen waren beunruhigend: "Wissenschaftler warnen vor drastischem Temperatursturz", "Regierungen raten zur Vorbereitung auf extreme Kälte". Er wusste, dass es an der Zeit war, seinen Plan in die Tat umzusetzen.

Maximilian hatte schon vor Jahren begonnen, sich auf eine mögliche Katastrophe vorzubereiten. Er hatte ein altes Bauernhaus in Brandenburg gekauft und es in ein hochmodernes Schutzhaus umgebaut. Mit Solarpaneelen, einem eigenen Brunnen und einem Vorrat an Lebensmitteln für mehrere Jahre war er bereit für das Schlimmste.

Er packte seine Sachen zusammen, zog sich warm an und machte sich auf den Weg zum Bahnhof. Die Züge waren überfüllt, und die Menschen wirkten nervös. Jeder schien zu spüren, dass etwas Großes bevorstand.

Als er endlich in Brandenburg ankam, atmete er tief durch. Hier draußen, fernab der hektischen Stadt, fühlte er sich sicherer. Er ging den schmalen Pfad entlang, der zu seinem Schutzhaus führte, und öffnete die schwere Stahltür. Drinnen war es warm und gemütlich, ein krasser Gegensatz zur Kälte draußen.

Maximilian setzte sich an den großen Holztisch in der Mitte des Raumes und begann, seine Vorräte zu überprüfen. Alles war in Ordnung. Er fühlte sich bereit. Doch tief in seinem Inneren wusste er, dass die wahre Herausforderung erst noch bevorstand.
Der König des Gefängnisses

Der König des Gefängnisses

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Der König des Gefängnisses

Es war eine düstere, regnerische Nacht, als Jakob zum ersten Mal die massiven Tore des alten Gefängnisses durchschritt. Die schweren Eisenstangen schlossen sich hinter ihm mit einem unheilvollen Knarren, das ihm einen Schauer über den Rücken jagte. Er war sich bewusst, dass dies kein gewöhnlicher Ort war. Hier herrschte eine eigene Ordnung, eine Hierarchie, die von den Insassen selbst bestimmt wurde.

Jakob war neu hier, und das bedeutete, dass er sich seinen Platz erst noch erkämpfen musste. Die anderen Gefangenen musterten ihn neugierig, einige mit offener Feindseligkeit, andere mit einem Hauch von Mitleid. Er wusste, dass er sich behaupten musste, um zu überleben.

In der Mitte des Hofes stand ein Mann, der sich von den anderen abhob. Er war groß und muskulös, mit einem Gesicht, das von Narben gezeichnet war. Seine Augen funkelten kalt und berechnend. Die anderen Insassen schienen ihm aus dem Weg zu gehen, und Jakob verstand schnell, dass dies der Mann war, den sie den König des Gefängnisses nannten.

„Du bist neu hier“, sagte der Mann mit einer tiefen, rauen Stimme, als Jakob näher kam. „Ich bin Karl. Und hier drin läuft nichts ohne meine Zustimmung.“

Jakob nickte stumm. Er wusste, dass es klug war, sich zunächst zurückzuhalten und die Lage zu sondieren. Doch er spürte auch, dass er früher oder später eine Entscheidung treffen musste. Entweder würde er sich unterordnen, oder er würde versuchen, seinen eigenen Weg zu gehen.

Die Tage vergingen, und Jakob beobachtete aufmerksam. Er sah, wie Karl seine Macht ausübte, wie er die anderen Gefangenen manipulierte und kontrollierte. Doch er sah auch die Schwächen in Karls Herrschaft, die kleinen Risse in der Fassade der Unbesiegbarkeit.

Eines Abends, als der Regen wieder gegen die Fenster prasselte, trat Jakob vor Karl. „Ich will mit dir reden“, sagte er fest.

Karl hob eine Augenbraue. „Du hast Mut, das muss ich dir lassen. Aber Mut allein reicht hier nicht aus.“

„Ich weiß“, antwortete Jakob ruhig. „Aber ich habe auch etwas anderes. Einen Plan.“

Karl lachte leise. „Einen Plan? Nun, das wird interessant. Erzähl mir mehr.“

Und so begann eine neue Ära im alten Gefängnis, eine Ära, in der Jakob und Karl ihre Kräfte vereinten, um die Ordnung von innen heraus zu verändern. Es war ein riskantes Spiel, aber Jakob wusste, dass es der einzige Weg war, um in dieser düsteren Welt zu überleben.
VR-Spiele: Normale Angriffe Erhöhen Gesundheitspunkte

VR-Spiele: Normale Angriffe Erhöhen Gesundheitspunkte

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VR-Spiele: Normale Angriffe erhöhen die Lebenspunkte

„Los, wir müssen uns beeilen!“, rief Anna, während sie durch den dichten Wald rannte. Ihre Atemzüge waren schwer, aber sie konnte das Adrenalin in ihren Adern spüren. Hinter ihr folgte Ben, der mit seinem Schwert in der Hand bereit war, jeden Moment anzugreifen.

„Ich weiß, ich weiß!“, antwortete Ben, während er versuchte, mit Anna Schritt zu halten. „Aber wir müssen vorsichtig sein. Diese Monster sind nicht zu unterschätzen.“

Anna nickte, ohne langsamer zu werden. Sie wusste, dass Ben recht hatte, aber sie konnte das Ziel schon fast sehen. „Da vorne!“, rief sie und deutete auf eine Lichtung, die sich vor ihnen öffnete.

Als sie die Lichtung erreichten, sahen sie das riesige Monster, das sie erwartet hatten. Es war ein Drache, dessen Schuppen im Sonnenlicht glitzerten. Anna zog ihr Schwert und bereitete sich auf den Kampf vor.

„Bereit?“, fragte sie Ben, der neben ihr stand.

„Immer“, antwortete er mit einem entschlossenen Blick.

Gemeinsam stürmten sie auf den Drachen zu. Anna schlug mit ihrem Schwert zu und spürte, wie ihre Lebenspunkte stiegen. Es war eine seltsame, aber willkommene Wirkung ihrer Angriffe. Ben kämpfte an ihrer Seite, und zusammen schafften sie es, das Monster zu besiegen.

„Geschafft!“, rief Anna triumphierend, als der Drache zu Boden fiel. „Unsere Lebenspunkte sind wieder voll!“

Ben lächelte und klopfte ihr auf die Schulter. „Gute Arbeit, Anna. Jetzt können wir weiterziehen.“

„Ja“, sagte sie und steckte ihr Schwert weg. „Aber lass uns vorsichtig sein. Wer weiß, welche Gefahren noch auf uns warten.“

Mit diesen Worten machten sie sich auf den Weg, bereit für das nächste Abenteuer in der Welt der VR-Spiele.
Der König der virtuellen Spielewelt

Der König der virtuellen Spielewelt

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Der König der virtuellen Spielewelt

In einer kleinen Stadt in Deutschland lebte ein junger Mann namens Max. Max war ein leidenschaftlicher Gamer und verbrachte die meiste Zeit damit, in die Welten seiner Lieblingsspiele einzutauchen. Eines Tages entdeckte er ein neues Spiel, das ihn sofort in seinen Bann zog: "Die virtuelle Spielewelt".

Max war fasziniert von der atemberaubenden Grafik und den unendlichen Möglichkeiten, die das Spiel bot. Er konnte sich in verschiedene Charaktere verwandeln, Quests erfüllen und gegen andere Spieler antreten. Schon bald wurde er zu einem der besten Spieler in der virtuellen Welt.

Eines Abends, als Max gerade eine besonders schwierige Mission abgeschlossen hatte, erhielt er eine Nachricht von einem unbekannten Spieler. "Herzlichen Glückwunsch, Max", stand dort. "Du hast das Zeug dazu, der König der virtuellen Spielewelt zu werden. Triff mich morgen um Mitternacht im geheimen Wald, und ich werde dir mehr erzählen."

Max war neugierig und ein wenig nervös. Wer war dieser mysteriöse Spieler? Und was meinte er mit "König der virtuellen Spielewelt"? Trotzdem konnte er seine Neugier nicht zügeln und beschloss, der Einladung zu folgen.

Am nächsten Abend loggte sich Max pünktlich um Mitternacht ein und machte sich auf den Weg zum geheimen Wald. Dort angekommen, traf er auf einen alten Mann mit einem langen weißen Bart und einem geheimnisvollen Lächeln. "Willkommen, Max", sagte der Mann. "Ich bin der Hüter der virtuellen Spielewelt. Du hast außergewöhnliche Fähigkeiten gezeigt, und ich möchte dir eine besondere Aufgabe anvertrauen."

Max hörte aufmerksam zu, während der Hüter ihm von einer bevorstehenden Bedrohung erzählte, die die virtuelle Welt zerstören könnte. "Nur der wahre König kann diese Welt retten", erklärte der Hüter. "Und ich glaube, dass du dieser König sein könntest."

Max fühlte sich geehrt und gleichzeitig überwältigt von der Verantwortung. Doch er wusste, dass er diese Herausforderung annehmen musste. Mit Entschlossenheit in den Augen nickte er dem Hüter zu. "Ich werde mein Bestes geben", sagte er.

Und so begann Max' Reise, um der König der virtuellen Spielewelt zu werden. Er stellte sich gefährlichen Gegnern, löste knifflige Rätsel und fand treue Verbündete. Mit jedem Schritt kam er seinem Ziel näher und lernte, dass wahre Stärke nicht nur in den Fähigkeiten eines Spielers liegt, sondern auch im Mut und der Entschlossenheit, das Richtige zu tun.

Die virtuelle Spielewelt war in guten Händen, und Max wusste, dass er alles tun würde, um sie zu beschützen. Denn er war nicht nur ein Spieler – er war der König.
Superheld Ehemann

Superheld Ehemann

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James war ursprünglich ein verachteter und nutzloser Schwiegersohn, von allen verspottet. Eines Tages verwandelte er sich plötzlich in einen Superhelden und erlangte die Macht, über Leben und Tod zu bestimmen...
Mon Œil Droit Est un Superordinateur

Mon Œil Droit Est un Superordinateur

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Mon Œil Droit Est un Superordinateur

Chapitre 1

Le soleil se couchait sur Paris, projetant une lumière dorée sur les toits de la ville. Camille se tenait sur le balcon de son petit appartement, observant les passants en contrebas. Elle avait toujours aimé cette heure de la journée, où la ville semblait s'apaiser avant la frénésie nocturne.

Mais ce soir-là, quelque chose était différent. Son œil droit, qui avait été remplacé par un implant cybernétique après un accident, commençait à clignoter de manière inhabituelle. Camille fronça les sourcils et se concentra, essayant de comprendre ce qui se passait.

"Camille, tu es là ?" appela une voix familière depuis l'intérieur de l'appartement. C'était Julien, son meilleur ami et confident. Il était venu pour leur soirée hebdomadaire de jeux vidéo et de pizza.

"Oui, j'arrive," répondit-elle en se détournant du balcon. Elle entra dans le salon, où Julien était déjà installé avec deux manettes de jeu et une boîte de pizza fumante.

"Tu sembles préoccupée," remarqua-t-il en la voyant. "Quelque chose ne va pas ?"

Camille hésita un instant avant de répondre. "C'est mon œil droit. Il fait des choses étranges. Je ne sais pas ce que ça signifie."

Julien posa sa manette et la regarda avec sérieux. "Peut-être que c'est une mise à jour du système. Tu devrais vérifier les paramètres."

Camille hocha la tête et s'assit à côté de lui. Elle ferma les yeux et se concentra sur l'interface de son implant. Après quelques secondes, une série de chiffres et de codes apparut dans son champ de vision. Elle les parcourut rapidement, cherchant une explication.

"Il y a quelque chose de nouveau," dit-elle enfin. "Une sorte de programme que je n'ai jamais vu auparavant."

Julien se pencha vers elle, intrigué. "Qu'est-ce que ça fait ?"

Camille prit une profonde inspiration. "Je ne suis pas sûre, mais je crois que ça me permet de voir des choses que les autres ne peuvent pas voir. Comme des informations cachées dans le monde réel."

Julien écarquilla les yeux. "C'est incroyable ! Tu veux dire que tu as un superordinateur dans ton œil ?"

Camille sourit faiblement. "On dirait bien. Mais je ne sais pas encore comment ça fonctionne."

"On va le découvrir ensemble," déclara Julien avec détermination. "Et en attendant, on a une pizza à finir et des jeux à gagner."

Camille rit et prit une part de pizza. Malgré l'incertitude qui planait, elle se sentait rassurée par la présence de Julien. Ensemble, ils étaient prêts à affronter n'importe quel défi, même celui d'un superordinateur caché dans son œil droit.
Nach der Apokalypse

Nach der Apokalypse

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Nach der Apokalypse

Die Sonne ging langsam hinter den zerstörten Gebäuden unter, und ein unheimliches Schweigen legte sich über die Stadt. Anna zog ihren Mantel enger um sich und blickte sich vorsichtig um. Die Straßen waren leer, nur der Wind wehte leise durch die Trümmer. Sie wusste, dass sie nicht die Einzige war, die überlebt hatte, aber die wenigen Menschen, die sie bisher getroffen hatte, waren entweder feindselig oder zu verängstigt, um zu helfen.

„Wir müssen weiter“, sagte Lukas leise und legte eine Hand auf Annas Schulter. „Es wird bald dunkel, und wir brauchen einen sicheren Ort für die Nacht.“

Anna nickte und folgte ihm durch die Trümmer. Sie hatten gehört, dass es in der Nähe einen alten Bunker gab, der noch intakt sein könnte. Es war ihre einzige Hoffnung auf Schutz.

„Glaubst du, wir finden dort wirklich etwas?“ fragte Anna, während sie über ein umgestürztes Auto kletterte.

„Wir müssen es versuchen“, antwortete Lukas entschlossen. „Wir haben keine andere Wahl.“

Die beiden setzten ihren Weg fort, immer auf der Hut vor möglichen Gefahren. Die Dunkelheit brach schnell herein, und die Schatten der Nacht schienen sich zu bewegen, als ob sie lebendig wären. Anna konnte das Gefühl der Angst nicht abschütteln, das sie seit dem Tag der Katastrophe begleitete.

Plötzlich hörten sie ein Geräusch hinter sich. Anna drehte sich schnell um und sah eine Gestalt im Schatten. „Wer ist da?“ rief sie, ihre Stimme zitterte leicht.

Ein Mann trat aus dem Schatten, die Hände erhoben, um zu zeigen, dass er keine Bedrohung darstellte. „Ich bin nur ein Reisender, genau wie ihr“, sagte er ruhig. „Ich suche auch nach einem sicheren Ort.“

Lukas musterte den Fremden misstrauisch, aber Anna spürte, dass er die Wahrheit sagte. „Komm mit uns“, sagte sie schließlich. „Vielleicht haben wir zusammen eine bessere Chance.“

Der Mann nickte dankbar und schloss sich ihnen an. Gemeinsam setzten sie ihren Weg fort, immer auf der Suche nach einem Funken Hoffnung in einer Welt, die alles verloren hatte.
Reich Genug, um einem Land zu Rivalisieren

Reich Genug, um einem Land zu Rivalisieren

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Ich habe eine wunderschöne Frau geheiratet, und andere Männer sind neidisch auf mich. Sie machen mir das Leben schwer, nennen mich einen Versager und sagen, dass ich sie nicht verdiene. Sogar meine Frau sieht auf mich herab.

Aber was sie nicht wissen, ist, dass ich ein Vermögen von einer Billion Dollar besitze, Reichtum, der mit Nationen konkurrieren könnte! Nicht nur das, ich habe auch medizinische Fähigkeiten, die Tote wieder zum Leben erwecken können, fähig, das Leben eines jeden zu retten!

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